2020/06/11

Tracce di passato nel presente

Sfogliando il quaderno del progetto storico dell’organo elettronico (anni ottanta!) uno schema a blocchi (schema generico) contiene il testo µP: quindi nel progetto dell’epoca era prevista la presenza di un microprocessore per svolgere certe funzioni.



Cosa c’era all’epoca? Lo Z80 era un microprocessore che mio padre conosceva almeno a partire dall’acquisto dello Spectrum, ma forse anche prima, e più o meno gli anni tornano. Forse sarebbe stato lo Z80? O forse no.

Non solo il progetto dell’organo elettronico prevedeva un µP, ma quel “sogno” gli aveva già fatto esplorare idee e concetti che ritrovo pure nel sintetizzatore “moderno”.

Infatti in un’altra pagina si parla di PWM: è chiaro che mio padre aveva già familiarità con tale modulazione — come immaginabile.


Nella pagina compare anche un componente che è sulla breadboard e negli schemi del sintetizzatore: il 4051! Certo, saranno state diverse le tecnologie… Il 4051 di oggi deve poter operare insieme a un microcontrollore moderno costruito con tecnologie più recenti, quindi diversi livelli logici, diverse tensioni, ecc. Il 4051 dell’epoca sarà stato diverso, ma in fondo il componente svolgeva esattamente la stessa funzione di de/multiplexer.

Nell’organo elettronico ci sono diversi PWM, non so bene a che scopo; forse uno per ciascuna voce e in questo modo si otteneva la polifonia?

Nell’ordine occorrono: 2 demultiplex 4051. Ricevono 3 indirizzi e due abilitazioni. Seguono tre 40691 alimentati a 6V, con funzioni di holders: utilizzati 13 canali, altri tre escono dal modulo per altri usi. 5 PWM sono pilotati da 5 canali e usano la rampa generata dall’apposito circuito. Altri 3 PWM usano la rampa invertita. In tutto, per questa sezione occorrono: 4 inverter per il generatore rampa e inversore, e 24 inverter per i PWM e buffer invertiti. In tutto 28 [?] inverter alimentati a +10V, quindi 5 cip [sic] 4069.

4 holders sono seguiti da 4 traslatori a +8 V, e 1 con traslatore -9V. Quest’ultimo giunge subito allo stadio finale; degli altri 4, 3 ai finali che ricevono le uscite di 6 PWM, e 1 a un finale con 1 PWM.

Un ultimo PWM pilota un traslatore e finale.

Si può effettuare un tentativo di masterizzazione nella superfice2 200×95, simile all’ingombro dei [sic] ADSR-CHIAVI. Le uscite, nella parte superiore del lato 200, vengono portate con connettore laterale al bus degli ADSR3. In posizione anteriore sul lato 95, gli ingressi logici dei demux e quello analogico, e alimentazioni.

Devono essere alloggiati […]

Mi sembra proprio che l’uso della PWM qui non sia proprio lo stesso fatto per il sintetizzatore. Però ce ne sono parecchie di queste PWM!


  1. Inverter. Ce ne sono sei in un singolo componente.↩︎

  2. Stavo scrivendo [sic], poi mi son detto: fammi andare a controllare se per caso è una di quelle parole che correttamente si scrivono con la i ma di cui è accettata anche la forma senza. Secondo il vocabolario online Treccani, meno com. superfice, quindi non va considerato un errore ortografico.↩︎

  3. Le oscillazione tra forme esistenti ma in contesto errate mi fa sempre venire in mente un’esperienza quasi quotidiana quando scrivo molto: nella testa, mentre si sta scrivendo l’articolo, si ha in mente una certa parola. In seguito però si decide di scriverne un’altra o usare proprio una diversa espressione. È una frazione di secondo nel flusso di scrittura. Per esempio in questo caso poteva essere “dei circuiti ADSR-CHIAVI” invece di “degli a-di-esse-erre” (ADSR). Ha vinto la forma più breve, che si è consolidata in seguito, ma il primo articolo scritto è entrato in conflitto con la microdecisione fatta un istante dopo…↩︎

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