2020/06/19

Come poteva apparire?

L’organo elettronico era definito anche nell’aspetto, nelle dimensioni e quindi nel suo ingombro.

Come doveva essere non era un pensiero post hoc: c’era uno studio legato anche alla necessità di sistemare i circuiti e l’alimentazione al suo interno — oggi si farebbe uno spinotto e si userebbe un alimentatore esterno e buona notte… all’epoca posso immaginare che ci fosse un cavo da attaccare direttamente alla 220, e per questo serviva spazio anche al circuito di alimentazione (trasformatore e quanto altro).

Nel blocco 240×80 possono trovare posto la maggior parte dei circuiti, a partire dagli [ADSR?] chiavi e filtri. I dosatori possono essere nel blocco 100×80, con i circuiti di elaborazione finale e la logica digitale di selezione.

Nel 200×45, le alimentazioni, controlli.

Nella zona alta 80 (lunghezza 850), l’alimentazione principale.

Il pannello superiore può accogliere 24 potenziometri (spaziatura ≈ 35 mm), quello a sinistra del manuale superiore (≈ 160×100) i comandi della logica; quello a destra del manuale inferiore (≈ 160×120), comandi speciali. Le preselezioni, immediatamente sotto le tastiere.

Altri eventuali controlli, sul pannello superiore (sull’altezza di ≈80 possono essere sistemati i potenziometri su doppia fila, o con passo < di 35 mm).

Le tastiere sono ribaltabili asportando il pannello superiore.

Ipotesi di scheda ADSR + chiavi: 4 pin ingresso lato corto, 9 pin uscita lato corto […?] 46 pin lato lungo di base. Dimensioni: 75×150. N° totale schede: 241.

Le connessioni verso le tastiere con connettori volanti 4 contatti, e verso i filtri connettori 9 contatti.

Le schede dei filtri, in numero totale di 12, dovrebbero ciascuna contenere 6 filtri passa-banda e 9 passa-basso, con relativi buffers e inversori. Ricevono i segnali da due [connettori?] volanti da 9 poli ed hanno in uscita 21 barre, o solo 12 se l’inversione di fase avviene nei dosatori. Le loro dimensioni possono essere tali da occupare, con il [connettore?] di base, la rimanenza dei 240 mm, e in altezza quanto serve.

Come si vede c’è molta attenzione per la “fisicità” di tutti i componenti, schede, ecc.

Niente di tutto ciò nel progetto del sintetizzatore, che non è nato con un aspetto estetico in mente, con un “inscatolamento” — così pensavo.

Ma guardando tutto questo lavoro relativo all’organo elettronico, penso che qualcosina si sarebbe potuta riciclare. Nel caso del sintetizzatore non parliamo di due manuali e la tastiera è addirittura a passo ridotto. Ma c’erano i potenziometri da sistemare — ci sono i link per gli acquisti (su Amazon…) — e sono convinto che non sarebbero stati volanti: ci sarebbe stato un pannello frontale con tutti i potenziomentri necessari (meno di 24) e i tasti di controllo (forse di lato?) per la selezione dei modi.

Nota sul disegno

Ho contato i pallini che compaiono sul pannello superiore: 6 a sinistra (2 righe per 3 colonne) e 18 in fila… 24 in totale.

Poi vedo che i manuali sono sfasati: quello superiore è messo più a destra, in modo da lasciare un pannello sopra il manuale inferiore, a sinistra; e, di conseguenza, a destra del manuale inferiore c’è spazio per un altro pannello.

Così mi sembra dal disegno.


  1. Come avevo detto in un post precedente: era inverosimile credere — come avevo fatto all’inizio — che ce ne fosse una per tasto! Torna poi con quanto scritto nel “master” del circuito ADSR-chiavi: ×24.↩︎

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