2020/06/18

Altro sull'organo elettronico

L’organo elettronico — in progettazione negli anni ottanta — richiedeva molto più impegno nella realizzazione finale e gli aiuti tecnologici all’epoca erano molto meno accessibili o proprio inesistenti.

Questo credo che si possa chiamare master degli ADSR-chiavi, circuiti posizionati in verticale come accennato in Il vantaggio della modernità, se non ho capito male. Lì avevo ipotizzato che ce ne fosse uno per tasto, ma chiaramente questa ipotesi è un po’ assurda se si pensa che ci sono due manuali con più di tre ottave: ci sarebbero minimo 12×3×2 di quelle schedine… 72… è appunto assurdo. Quindi ce ne dovevano essere un numero ben inferiore. Forse proprio 24?

Comunque…

Oggi con un programma libero come KiCad si possono realizzare circuiti stampati, con tutti i vantaggi di uno strumento digitale. All’epoca certe possibilità non erano accessibili agli home computer.

Ricordo che papà aveva realizzato una sorta di lavagna luminosa — un parallelepipedo con un vetro per faccia superiore, e dentro delle lampade. Ricordo anche che usava delle striscioline adesive per piste e un attrezzino, una sorta di spatolina tondeggiante, per aiutare il loro posizionamento. Un taglierino veniva usato per tagliare questo nastro adesivo nero e anche per staccarlo all’occorrenza. Nella foto si vede che è stato usato per apportare delle correzioni/aggiunte rispetto a quanto era già stampato su quel foglio trasparente — passandoci i polpastrelli si sente anche al tatto, dato lo spessore (minimo ma percepibile) del nastro.

Una fonte di “striscioline” per le piste

E poi c’era sempre la possibilità di sperimentare a matita prima di cimentarsi nell’impresa di stendere quel nastro su un foglio trasparente. Penso che il procedimento sarebbe proseguito per produrre una “stampa” su foglio trasparente come quella che apre questo post, che serve per “segnare” le parti da rimuovere e lasciare le piste.

Sicuramente è più immediato fare correzioni e provare altre soluzioni in un programma come KiCad…

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