2020/05/23

Lungo il viale della memoria: provenienza dei tasti controllo

Novembre duemilauno. Mio padre (di cui mostro solo la sagoma) seduto “comodamente” nel suo angolo.

C’è un Amiga apparentemente spento di fronte e davanti l’Amiga, poggiato al muro, si vede il “radiolone”, acceso e sicuramente sintonizzato su Radio 3.

Il monitor è attaccato all’affare su cui poggia1 — il programma è chiaramente Ordering (web archived ché non si sa mai), il file manager che usavamo: leggero, semplice e funzionale.

Il calendario è già pronto per il 2002.

In basso a destra c’è un tower, che non so che fine abbia fatto, così come non so che fine abbia fatto il case desktop sotto il monitor, con tanto di lettore di dischi da 3.5 appena visibile (per leggere i dischi dell’Amiga).

Sopra il tower una pila di appunti e il lettore di cassette di cui parlo in questa nota a proposito dei tre tasti controllo. E sopra il lettore un taccuino e poi le maledette sigarette e l’accendino.

Purtroppo i tasti di cui parlo non sono visibili; in compenso si capisce la manifattura “grezza” dell’oggetto, lo stile spartano con le basette e altri elementi funzionali a mo’ di lati di un involucro.

Papà aveva una manualità incredibile e si rivelava anche in creazioni non di natura elettronica; aveva senso estetico, ma allo stesso tempo il suo primo pensiero non era di dedicare tempo per “imbellettare” cose che secondo lui andavano bene così perché svolgevano la loro funzione primaria. Nel caso di quel lettore di cassette, penso che un involucro non fosse proprio previsto e che il progetto sia stato pensato in partenza così.

Nel caso del sintetizzatore penso invece che ci fosse l’intenzione di “inscatolarlo” per bene, con tutti i potenziometri usabili ecc. Mi aveva mostrato le pagine di un progetto di un sintetizzatore (forse era sempre lo stesso da cui aveva preso spunto, non ricordo) in cui l’autore faceva vedere anche le fasi di costruzione dell’involucro. Le guardava chiaramente con interesse e, credo, immaginando di fare qualcosa di simile.


  1. Ad un certo punto — non ricordo l’anno — l’Amiga vero e proprio fu messo da parte e divenne WinUAE su un “normalissimo” PC con Microsoft Windows (XP). Ma nella foto è ancora un vero e proprio Amiga (un 1200 con scheda acceleratrice con 68030): papà lo tolse dalla sua collocazione classica (nello stesso involucro della tastiera) e lo sistemò nel case desktop; il lettore di dischi era accessibile da una fessurina del case e non era fissato: ricordo che se si spingeva troppo rientrava. Si doveva applicare solo quel poco di forza necessaria all’inserimento del dischetto.↩︎

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta solo per dare un contributo utile, una critica costruttiva o fare un'osservazione acuta. Non commentare solo per dire che esisti anche tu o che ti piace o dispiace quello che hai letto e visto su questo blog.