2020/07/02

Lavori del passato

Scavando tra i documenti si trovano carte che a volte ricordano informazioni dimenticate, altre volte invece ne danno delle nuove.

Io ricordo solo gli ultimi due lavori di mio padre e per me il penultimo era quello di sempre; ma in realtà il penultimo era iniziato solo a maggio del 1984. Avevo 6 anni, quindi non stupisce che non ricordi i precedenti lavorativi.

Mia madre naturalmente se li ricorda e mi ha raccontato qualcosa, ma niente di preciso sugli anni e per la verità nemmeno tanto sulla sequenza temporale corretta.

Documenti alla mano, invece, è tutto più facile.

Il primo lavoro ufficiale nel settore fu all’Eurotrade srl (a Roma), da febbraio 1971 a giugno 1974.

L’Eurotrade fallì; ho trovato la lettera con cui si asseriva che non avevano debiti con mio padre (e dunque che non poteva vantare dei crediti presso di loro).

Brevemente, dal luglio 1974 all’ottobre 1975, lavorò per la Duina Data System Spa, ad Aprilia1.

Dal novembre 1975 all’aprile 1984 lavorò per la L.C.S. srl, a Roma.

Questa è interessante perché fu uno dei fondatori di questa società, a quanto mi racconta mia madre. In una lettera di un mio zio, questo chiedeva a mio padre informazioni sul progetto di questa società. E in fondo a un foglio di tale lettera manoscritta mio padre, che come al solito prendeva appunti dove capitava, a seconda di quello che aveva a portata di mano nel momento in cui aveva bisogno di scrivere, aveva abbozzato il logo della nascitura società.

La società nacque (in un cassetto ho trovato anche un paio di una sorta di bigliettini da visita), ma non finì benissimo — sempre secondo quello che racconta mia madre; ma i dettagli sui perché e per come sono avvolti nella nebbia.

Finita la L.C.S. srl, a maggio del 1984 viene assunto dalla Selim’80 srl2, il cui logo ricordo perfettamente, insieme ai fogli di carta a quadretti piccoli3 a cui faceva da intestazione (in alto a sinistra). Del resto ha lavorato per quest’azienda anche quando io ero già adulto4 e per me era l’unico lavoro che avesse mai fatto prima dell’ultimissimo.


  1. Una rapida ricerca su Google per vedere se ci sono tracce di questa azienda: qui ci sono… ma sembra che la missione sia diversa (Elaborati grafici), quindi potrebbe essere anche tutt’altra cosa rispetto a quella della D.D.S. per cui lavorò mio padre.↩︎

  2. La Selim’80 srl, fabbrica di circuiti stampati, fallì. Ho cercato su internet per vedere se c’è una traccia della sua esistenza, magari qualcuno che ha scritto qualche memoria (non mi aspettavo di trovare i resti di un sito… difficile, essendo nata ed esistita prima del boom di massa della rete delle reti e prima che avere un sito fosse un must nella vita di una azienda). Qualcosa ho trovato: stesso nome, stessa sede, obiettivo tutto diverso: Fabbricazione di giocattoli (inclusi i tricicli e gli strumenti musicali giocattolo)↩︎

  3. A volte nel ricordo diventano fogli di carta millimetrata, altre volte invece sono appunto solo quadrettati, con i quadretti molto piccoli, però. Più di un millimetro, credo. Ad oggi direi che non è assurdo credere che fossero di un decimo di pollice di lato. Purtroppo ancora non ho trovato un foglio di questi, ma da qualche parte dovrebbero esserci degli esemplari.↩︎

  4. Ancora lavorava lì quando ero da poco all’università. Ricordo un episodio che conferma ciò. Avevo preso l’auto (una vecchia Lancia Prisma 1600 senza servosterzo, con l’impianto a gas, con il cambio che a volte veniva risputato e il minimo che non riusciva a reggere…) per andare non ricordo dove, e al ritorno l’avevo parcheggiata dimenticando la luce dell’abitacolo accesa. La mattina dopo io ero andato all’università a seguire lezione e mio padre… dovette ricaricare la batteria prima di potersi recare a lavoro. Lo scoprii la sera quando, una volta tornati tutti e due a casa, mi raccontò che quella mattina, avvicinandosi all’auto parcheggiata, aveva notato che su una certa area del tettuccio non c’era il solito ghiaccetto della mattina (era inverno): l’area in questione era quella in corrispondenza della luce dell’abitacolo, il cui calore aveva tenuto in caldo il tettuccio per parte della fredda notte (non ricordo l’ora, ma probabilmente ero rincasato tardi).↩︎

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